Credito d'imposta per la sanificazione, tutti i dettagli da conoscere
L’obbligo di sanificazione periodica di uffici, negozi e qualsiasi altro luogo di ritrovo collettivo, attualmente accompagna e accompagnerà nei prossimi mesi tutti i datori di lavoro. La sanificazione è un’attività che richiede un intervento professionale a cadenza fissa, perciò rappresenta una spesa non indifferente. Per tale ragione il Decreto Rilancio annuncia la possibilità di fare uso del credito d’imposta per la sanificazione, vediamo di cosa si tratta.
Cosa dice il Decreto Rilancio
La nuova disposizione pubblicata nel Decreto Rilancio, definisce il credito d’imposta in misura pari al 60% delle spese sostenute nel 2020 per:
La sanificazione degli ambienti di lavoro e degli strumenti utilizzati nell’ambito dell’attività lavorativa;
L’acquisto di dispositivi di protezione individuale (es. mascherine, guanti, occhiali protettivi) e di altri dispositivi rivolti a garantire la salute dei lavoratori (es. termometri e termo scanner) e degli utenti (es. barriere e pannelli protettivi).
Il credito d’imposta spetta fino a un massimo di 60.000.00 euro per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 200 milioni di euro per l'anno d’imposta 2020. La novità più importante che emerge, riguarda la percentuale agevolativa, che aumenta dal 50 al 60%.
I potenziali beneficiari sono:
Attività d'impresa di vario genere.
Le attività di arte e professioni affini.
Gli enti non commerciali, compresi gli enti del Terzo settore.
Gli enti religiosi civilmente riconosciuti.
L’emissione del credito d’imposta per la sanificazione e l’acquisto di mascherine e DPI, è disciplinato all’articolo 64 del decreto Cura Italia, ed ampliato dall’articolo 30 del decreto Liquidità. Tra gli interventi agevolabili, sono compresi gli interventi edilizi per:
Il rifacimento spogliatoi e mense.
La realizzazione di spazi medici.
La realizzazione di ingressi e spazi comuni.
Gli arredi di sicurezza.
Come funziona il credito d’imposta
Il credito d'imposta è finalizzato a sostenere l’adozione di misure per prevenire il contagio e limitare il rischio di diffusione del Coronavirus negli ambienti di lavoro.
Il credito d'imposta, inoltre, non intacca in alcun modo la compilazione della dichiarazione dei redditi annuale, non solo, non influisce sul valore della produzione ai fini dell’imposta regionale sulle attività produttive.
I criteri e le modalità di applicazione del credito e di assegnazione delle risorse disponibili, sono stabiliti dal provvedimento apposito, emesso dall’Agenzia delle Entrate. La pratica avverrà entro 30 giorni dalla data di conversione in legge del Decreto Rilancio, prevista entro il 18 luglio 2020. Essa riguarda le spese sostenute nel 2020 per gli investimenti necessari circa l'adozione di misure legate alla diversa organizzazione del lavoro, oltre che all’adeguamento degli ambienti secondo le disposizioni anti Coronavirus.
Il Decreto dispone anche le modalità secondo le quali sarà possibile fruire del credito:
Da utilizzare in compensazione nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta di sostenimento della spesa.
Possibilità di optare al posto dell'utilizzo diretto, ai sensi dell’art 122 del Decreto Rilancio, per la cessione del credito d’imposta al locatore o al concedente o ad altri soggetti, compresi istituti di credito e altri intermediari finanziari.
Al bonus non si applica:
Il limite annuale di utilizzo di 250.000 euro di cui all’articolo 1, comma 53, della Legge 244/2007.
Il limite generale di compensabilità dei crediti di imposta e contributi di cui all’articolo 34 della Legge n. 388/2000.
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