Che cosa è la ecodiagnosi e perché è così importante

Italia in classe A”. Grazie ad una campagna di sensibilizzazione e ad una politica di incentivi, l’Italia è uno dei Paesi a maggior efficienza energetica, con un’intensità energetica primaria inferiore di circa il 18% rispetto alla media europea.Tante le aziende attive ma occorre continuare a incoraggiare l’efficienza energetica e far conoscere le opportunità e gli strumenti disponibili, ecodiagnosi in primis, alle numerose piccole e medie imprese italiane che spesso proprio a causa di una carente informazione su questi temi, rinunciano a un’importante opportunità di innovazione e di risparmio.

Ecodiagnosi cosa è

A fine 2016, oltre 8mila imprese italiane avevano effettuato oltre 15mila ecodiagnosi dando all’Italia il primato di Paese europeo più virtuoso per efficienza energetica. L’ecodiagnosi consiste in una “radiografia dei consumi” dell’azienda, un check-up dello stato energetico che fornisce anche le linee guida da seguire per diventare più efficienti. Ha l’obiettivo di definire la struttura energetica aziendale, ovvero un quadro minuzioso ed esaustivo di come l’azienda consuma energia. Si parte sempre da un audit, che viene svolta da una energy service company, una società specializzata che passa al setaccio dati, procedure e impiantistiche aziendali per valutarne e controllarne la resa in termini di sprechi, inefficienze e malfunzionamenti.Sulla base della diagnosi energetica effettuata viene quindi sviluppato il progetto di efficientamento energetico che, va ricordato, ha l’obiettivo di apportare un risparmio significativo per l’azienda, sia in termini energetici che di costi ovviamente.

A cosa serve la ecodiagnosi

Il decreto legislativo n.2/2014, recependo la Direttiva europea sull’efficienza energetica, ha reso l’ecodiagnosi obbligatoria per tutte le grandi imprese, che occupano più di 250 persone e presentano un fatturato superiore a 50 milioni di euro, e le imprese energivore, vale a dire le aziende con consumi superiori ad 1 GWh/anno.Lo strumento della diagnosi energetica si è dimostrato vincente per l’Italia che è divenuta un modello europeo di riferimento grazie ad alcune best practice; come ad esempio l’istituzione di Tavoli tecnici permanenti di confronto e analisi per individuare procedure operative condivise con i soggetti interessati (Confindustria, ENEA e MiSE); o la realizzazione di modelli di rendicontazione standardizzati per gli operatori e per elaborare i dati delle diagnosi; e ancora la predisposizione di Linee guida settoriali per dare alle aziende indicazioni utili per l’attuazione dell’obbligo legislativo sull’efficienza energetica. L’obbligo di ecodiagnosi non è previsto per le piccole e medie imprese ma per raggiungere davvero i traguardi stabiliti in sede nazionale e comunitaria – il cosiddetto “Pacchetto 20/20/20”, vale a dire la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra, l’aumento del 20% della quota di energia prodotta da fonti rinnovabili e l’innalzamento del 20% del risparmio energetico entro il 2020 – il coinvolgimento di piccole e medie imprese, come anche quello dei singoli cittadini, è indispensabile.

Costi ecodiagnosi

La sostenibilità dei costi per la realizzazione di impianti di efficienza energetica è resa possibile grazie ad una politica di incentivi. Ad esempio, ci sono le detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici, che sono gestite dall’ENEA attraverso l’Agenzia nazionale per l’efficienza energetica e prevedono per taluni casi detrazioni fino al 70-75%. Il Fondo nazionale per l’efficienza energetica invece sostiene gli interventi di efficienza energetica realizzati dalle imprese e dalla PA su immobili, impianti e processi produttivi. Nello specifico:
  • la riduzione dei consumi di energia nei processi industriali,
  • la realizzazione e l’ampliamento di reti per il teleriscaldamento,
  • l’efficientamento di servizi ed infrastrutture pubbliche, inclusa l’illuminazione pubblica,
  • la riqualificazione energetica degli edifici.
Il Fondo conta su 150 milioni di euro resi già disponibili dal Ministero dello Sviluppo economico, cui si aggiungeranno ulteriori 100 milioni di euro nel triennio 2018-2020.Anche le “energy service company” hanno messo in atto interessanti sistemi di pagamento, dove in pratica l’azienda può saldare il conto attraverso il risparmio prodotto. In questi casi, si va a stipulare un performance contract, un accordo che prevede che le aziende-clienti non si facciamo carico dell’intero capitale di investimento, potendolo invece ripagare totalmente o parzialmente tramite cessione del risparmio ottenuto grazie ai cambiamenti di efficientamento energetico realizzati.Cosultate Fixool per qualsiasi informazione!
Che cosa è la ecodiagnosi e perché è così importante

Non perderti le nostre
ultime novità